Neverland: l'immaginario, i videoclip, il percorso creativo

Neverland è il quarto album solista di Licia Missori: un lavoro intenso, ispirato, romantico e imprevedibile. Realizzato ai
Forward Studios di Roma con la supervisione della rivista
Suono - in particolare nella persona di
Paolo Perilli, giornalista musicale - è un disco che possiede una poetica ben definita: un immaginario della Meraviglia, in cui momenti contemplativi e paesaggistici si alternano ad episodi giocosi, movimentati e sorprendenti. Un'opera compatta, sintetica (la durata totale è poco più di mezzora) ma anche un caleidoscopio stilistico ed emozionale, in cui si susseguono come in un sogno diverse visioni interiori, ciascuna con i suoi colori, i suoi ritmi e le sue atmosfere. Licia ormai da anni integra le sue performance musicali con
proiezioni di immagini e di testi - pur lasciando rigorosamente al centro della scena il pianoforte e la musica - per lasciar emergere i
molteplici possibili significati sottesi alle sue composizioni, invitando implicitamente l'ascoltatore a partecipare alla loro interpretazione.
Emerge chiaramente il richiamo all'
Alice di Lewis Carroll, ma con una sfumatura più introspettiva e malinconica: il titolo ci avverte che non ci troviamo a Wonderland (il Paese delle Meraviglie) bensì a Neverland, un luogo che non esiste, e che l'autrice stessa definisce - nell'omonimo brano, unico pezzo cantato del disco - come la possibilità (ovvero l'impossibilità) di essere se stessi ("I just wanted to be who I am... This is Neverland"), senza cadere nella tentazione di frammentare la propria identità recitando dei ruoli. Concetto rappresentato anche nel
videoclip già uscito su YouTube per questa title-track,
Neverland appunto, dove le cantanti
Valentina Spreca (
Neverflowers) e
Ida Elena rappresentano la Luce e l'Ombra nel bosco della mente. E sempre in questo bosco è ambientato il
videoclip della prima traccia dall'album,
Autunno, in cui Licia traduce in una cascata di terzine un'emozione luminosa e fluida dal forte afflato panico: la vediamo
suonare la terra con le dita, come se fosse un pianoforte, oppure sprofondare nei suoni e nelle luci del bosco parallelamente immersa nel mare e cullata dalle onde, a simboleggiare l'
abbandonarsi all'Ascolto. Più nostalgico il
terzo videoclip che ha anticipato l'uscita dell'album,
Giardino dei sogni perduti, in cui vediamo una
Licia bambina e una
Licia adulta percorrere parallelamente lo stesso sentiero; e laddove la bambina trova una bambola bellissima che diviene subito la sua inseparabile compagna di giochi, l'adulta non trova altro che la stessa bambola ormai vecchia, rovinata e distrutta. I loro percorsi rimangono separati, fin quando la bambina - seduta su un albero - non rischia di perdere l'amata bambola, lasciandola cadere a terra per errore: l'adulta la raccoglie, la osserva con la consapevolezza di aver perso per sempre la capacità di giocarci, e la restituisce com'è giusto alla bambina, scambiando con lei un sorriso complice e malinconico.
In Neverland c'è spazio anche per inedite suggestioni sonore: nella brevissima Sansula dreaming, Licia suona la Sansula - splendido strumento affine alla Kalimba e in grado di produrre uno stupefacente effetto wah-wah naturale, accompagnata dal violoncello di Fabrizia Pandimiglio. Nella sorprendente e surreale Suite della Coccinella, uno dei brani più particolari del disco, siamo travolti dal violino gitano di Giusi Petti che fa piroette su un concitato ragtime (a rappresentare il risveglio frenetico) per poi dissolversi in un minuto di contemplazione minimalista (la luce del mattino), dopo di che il pianoforte si lancia all'improvviso in uno swing anni '30 (il pomeriggio) e conclude questo piccolo viaggio musicale con due valzer (la sera e il sonno). Sempre a ritmo di valzer scorre la breve Danza delle fatine dei ghiacci - ispirata alla straordinaria grazia dei movimenti di Carolina Kostner - che richiama dal punto di vista musicale la Danza della Fata Confetto dello Schiaccianoci di Tchajkovskj. Caratteristici dell'album anche veri e propri paesaggi dell'anima: oltre alla già citata Autunno, incontriamo il turbinio delle Foglie rosse nel vento e i cristalli di ghiaccio di Antartide, quest'ultima preceduta da una breve Intro (To Foreverland) originariamente composta da Licia per introdurre la canzone Foreverland durante i concerti dei Belladonna negli anni della sua permanenza nella band. Non mancano infine i rimandi letterari: L'ispettore Kajetan è il protagonista di un'intera serie di romanzi gialli di Robert Hültner, mentre il brano Il pozzo e il pendolo è una sonorizzazione - compressa in tre minuti - dell'omonimo famoso racconto del terrore di Edgar Allan Poe, già preceduto nella discografia passata di Licia (Amore & Morte, 2009) dal brano La caduta della casa Usher tratto analogamente dal racconto omonimo di Poe, e inquietante al punto da essere scelto come colonna sonora per il documentario I delitti del mostro di Firenze in onda su Sky (2011). Curiosamente, il nostro Neverland - nel complesso piuttosto rasserenante - si chiude proprio con i cinquantatré secondi di valzer poliziesco dedicato all'ispettore Kajetan e con il colpo di coda gotico de Il pozzo e il pendolo, dal finale infiammato.
Il
nuovo videoclip estratto dall'album è
Song for Alex, seconda traccia del disco nonché uno dei brani più intensi: racconta la sensazione struggente di trovarsi sempre ad un passo da ciò che si desidera, ma senza riuscire mai a raggiungerlo.